Cile, 1920. Violeta nasce a casa, La casa delle camelie, e irrompe nella vita come la tempesta che stava agitando quel venerdì notte, ribelle come il vento e la pioggia.
1920, il suo anno di nascita e anno della pandemia della spagnola, che in realtà non tocca nessuno della famiglia di Violeta grazie alla previdenza del padre, Arsenio Del Valle, e alle preghiere devote a Padre Quiroga.
La famiglia di Violeta: un padre “tramaccione”, investitore di soldi non suoi, un fratello più grande, Josè Antonio, che tiene i conti segreti del padre. Dopo anni di successo arriva la Grande Depressione, i conti (segreti e non) cominciano a non tornare, i creditori si infiammano e alla fine (spoiler) Arsenio si uddice.
Violeta rimane con la mamma e le due zie, il fratello Josè Antonio, Miss Taylor (la sua educatrice inglese) e Torito, un ragazzo arrivato da chissà dove e chissà quando ma sempre fedele alla famiglia. Insieme partono per l’Esilio a Nahuel, Argentina.
La storia di una donna che attraversa un secolo
Violeta attraverso i suoi anni vede tutte le sfaccettature di una vita: i tradimenti, la sottomissione agli uomini, la guerra, i massacri, la resistenza, i desaparecidos, la sua ricchezza, i figli e i figli dei figli.
Violeta è una donna piena di dualismi.
La forza e la debolezza
Sì, indubbiamente una donna forte: ha saputo, con il fratello, dare vita ad un’idea aziendale e trarne ricchezza (tanta) in anni in cui non era affatto normale che una donna potesse anche solo lavorare in un posto che non era la cucina di casa sua.
Allo stesso tempo una donna debole (o cieca?), che è disposta a sacrificarsi, mentalmente e fisicamente, in nome dell’amore per un uomo bugiardo e traditore (verso LE varie donne che ha, i clienti, la patria, i figli, il mondo tutto).
Il racconto di un cosmo femminile
La Allende parla attraverso Violeta, le sue zie, sua figlia, Miss Taylor, raccontando 100 anni visti da un punto di vista di donna. Un racconto perfetto che unisce la storia vera e la storia inventata. Un romanzo che fa riflettere, fa piangere, fa ridere, fa pensare a cose che sono esistite davvero e qualcuno le ha vissute, neanche troppo lontano.
Un secolo imprevedibile, una storia inaspettata. Una storia da leggere.