Ci rivediamo, Valérie!

Riemergo oggi dopo una lettura lunghissima: per leggere Tre, l’ultimo libro di Valérie Perrin, ci ho messo 3 mesi abbandonati. Un po’ perchè per i miei standard è molto lungo (616 pagine), un po’ perchè a intervalli regolari ho dovuto fare delle pause di riflessione. Ecco la mia recensione di Tre!

Partiamo dall’inizio: la storia dell’ultimo libro di Valérie Perrin

In realtà: le storie. Tre è un crocevia di racconti, tutti nati e sviluppati intorno alla città di La Comelle, in Francia.

Tre sono i protagonisti: Nina, Adrien ed Etiénne. Personaggi super complessi. Tutto il libro gira intorno a loro tre: le loro vite, le loro scoperte, il loro odio e il loro amore. Premesse ottime, adoro le storie di amicizia che durano una vita!

Ogni personaggio intreccia i suoi fili con persone collaterali: il maestro-mostro, un amante pazzoide, un’innamorata capace di follie. Ogni personaggio ha un retroscena fatto di malessere e felicità negata, salvo pochi volatili momenti.

Ok, quindi un romanzo triste. Nì, nel senso che sì, certe pagine sono state davvero difficili da affrontare, ma quel legame invisibile ma saldo che lega i protagonisti è una bellezza da ricordare.

Tête-à-tête con “l’altro” Perrin

Prima di Tre ho letto Cambiare l’acqua ai fiori, di cui parlo in questa recensione. Il retrogusto del finale è sempre lo stesso, almeno per me: un senso di ansietta che non se ne va, allo stesso tempo un senso di “Sì, sono veramente fortunata“.

Lo ammetto: è stato difficile leggere entrambi. In questi due libri viene affrontata ogni tipo di morte: dai bambini ai nonni alle madri ai mariti. Ci vuole il mood giusto per poterli leggere serenamente… O forse sono solo io?