Lo ammetto. Trovo suggestivo trovarmi qui davanti al mio sgangherato pc alle 00.42 di un martedì pieno a scrivere di Senza controllo di Chiara Martini.

Lo faccio spinta da necessità contingenti (giovedì primo dicembre parte la nostra programmazione natalizia e tutti i programmi consueti sono sospesi – a proposito, seguiteci su Instagram per non perdervi il nostro calendario dell’Avvento!) ma anche dall’imprellenza che questo libro mi ha creato.

Ma andiamo con ordine: perchè ho scelto di leggere Senza controllo di Chiara Martini?

Si da il caso che questo libello di 130 pagine edito da Calibano Editore sia niente popò di meno che l’opera prima di Chiara Martini, un nome che potrebbe non dirvi molto se non bazzicate il mondo dei libri raccontati su YouTube, ma, parola mia, è un nome che dovreste imporvi di conoscere.

Chi e la booktuber Chiara Martini?

Chiara è infatti indiscutibilmente una delle booktuber italiane più preparate che si possono trovare sulla piattaforma. Dai libri classici ai contemporanei, con numerosi focus sulla letteratura cinese ma anche europea, senza farsi mancare i grandi nomi italiani dimenticati e le ultime novità, Chiara è in grado di spaziare e spiegare la letteratura in un modo talmente limpido e completo che potrebbe convincervi a comprare un libro fatto interamente di bugiardini.

La sua peculiarità sta nella scelta delle opere che propone su YouTube, che sono sempre analizzate con perizia ma senza supponenza e soprattutto sono originali e ricercate; tutto ciò la rende una creator profondamente stimabile.

Quando dunque in autunno Chiara ha annunciato la pubblicazione del suo primo romanzo non ho resistito ed ho provveduto ad acquistarlo alla prima occasione buona.

La mia curiosità era, per natura della mia “conoscenza” di Chiara, di natura stilistica: so per esperienza (sì raga, ho scritto anch’io nella mia vita, ovviamente cose molto cringe, un giorno ve ne parlo, promesso) che scriviamo.. ciò che leggiamo. Sembra un paradosso ma è proprio così.
Essendo dunque a conoscenza di ciò che l’autrice ha letto nell’ultimo periodo, volevo tentare di immaginare quali scritti avessero potuto ispirarla, influenzarla, con o senza il suo consenso.

Arrivo al dunque, cioè al libro

La sinossi descrive Senza controllo come un romanzo di formazione, ma non lo definirei tale, si tratta più che altro di uno spaccato di una vita a sua volta spaccata.

La protagonista della storia (della quale conosceremo i pensieri più intimi ma mai il nome) è una diciottenne che, nella torrida estate fiorentina del passaggio da liceo a parte-della-vita-che-viene-dopo -la-scuola si trova a fare i conti con i mostri della sua esistenza. Non utilizzo a casa il … “fare i conti” perché la nostra diciottenne ha un disturbo alimentare che la porta a contare inmaniera ossessiva tutto ciò che assimila, per lo più alcol, anzi, quasi esclusivamente alcol.

La ragazza infatti passa questo momento della sua vita abusando di alcolici e di sesso occasionale, consumato quasi per punirsi, mai per godimento. Complice il lutto per la perdita della madre e l’assenza assordante del padre, che c’è ma non esiste, le parla ma non la sente.

Il libro è intriso di un senso di profonda solitudine e sconforto nei confronti della vita, ma anche di deliri macabri, torbide immagini che attanagliano corpo e mente. Il lettore si trova invischiato in lemmi viscidi, disgustosi, le figure evocate rasentano lo stomachevole, proprio a voler raccontare un’anima profondamente oscura (poichè perduta).

Lo spirito della narrazione è profondamente decadente, mi ha ricordato per certi aspetti proprio Spleen di Baudelaire, ma soprattutto ho ritrovato una ferocia stilistica degna della più iraconda Isabella Santacroce (con particolare riferimento a Zoo).

Posso affermare con la fermezza che le 01.17 mi consentono che questa sua un’opera interessante e che nel complesso mi sia piaciuta, soprattutto nello stile e nella sintassi.

Un’unica pecca

Unica pecca, le parti più narrative, che in alcuni punti rivelano una penna ancora acerba, esacerbate da un uso spasmodico di parolacce (che ok, servono a dare un certo piglio alla voce narrante, ma ad un certo punto affaticano e basta – my own opinion).
La seconda metà del libro nettamente più riuscita della prima – mi viene da pensare che siano state scritte in due periodi piuttosto distanti tra loro, sarebbe interessante poterne parlare con l’autrice.

Ovviamente non ci si deve aspettare una trama al cardiopalma, non si tratta di quel tipo di libro. Può invece conquistarvi se amate le introspezioni psicologiche di personaggi spezzati, corrotti, perduti e se siete alla ricerca di uno stile peculiare e audace, a tratti sperimentale.

Non ci resta che attendere la prossima opera di Martini e naturalmente.. andare a seguirla su YouTube.

Impossibile pentirsi, garantito al limone.