Bentornato, Commissario!
Venezia, novembre 2013. Nella storia è solo un normale novembre 2013. Nella mia vita, a novembre 2013 mi sono laureata. Ca’ Foscari, esattamente il punto intorno a cui si interseca la storia. L’unica differenza è che il “mio” novembre ha avuto solo l’acqua alta (laureatevi voi in Piazza San Marco con i piedi a mojo…) mentre quello di Aldani aveva una pacca di nebbia e un certo numeri di morti.
È un cadavere quello che viene trovato in una calle buia: è una studentessa di Ca’ Foscari. Parte subito l’indagine di Aldani con la sua squadra nella formazione classica, eccetto per un nuovo elemento: Dalia Santoro, direttamente da Roma, mandata a supporto per le indagini.
Un’indagine che si fa strada tra Ca’ Bembo e Ca’ Bernando, tra le calli che collegano le sedi del Dipartimento di lingue, tra l’altana del Ghetto Novissimo e la questura, tra San Michele e il SS Giovanni e Paolo.
Perchè è stata uccisa? Chi è il mostro di Venezia?
Una penna che non sbaglia mai. Un racconto che fila sempre, è stato impossibile per me staccare gli occhi da questo libro.
Di gialli ne leggo a pacchi, ma quelli del Commissario Aldani sono gialli diversi. Sono storie che non sbagliano un colpo, hanno intorno la magia di Venezia. E non sono mai banali.
Al quarto incontro con Aldani mi chiedo: ma il quinto?