Quando un romanzo promette bene ma poi si rivela una palla al piede
Siamo in Polonia, ai giorni nostri.
In mezzo alla natura più selvaggia c’è Kreskol, un villaggio di ebrei
rimasto fermo a metà ‘800.
Tale villaggio non è segnato in alcuna mappa, non si sa bene come ma nessuno ne è a conoscenza, tanto che i suoi abitanti sono riusciti a passare indenni alla Seconda Guerra Mondiale.
In seguito alla fuga di due degli abitanti, Yankel, un giovane ragazzo senza famiglia e definito un po’ tonto dai suoi concittadini, viene spedito in missione dal rabbino alla ricerca di Pesha e suo marito.
Yankel si trova catapultato nel mondo reale, dove c’è l’elettricità, le automobili, i treni tutte cose di cui il povero ragazzo non era a conoscenza. Appena si approccia con la gente viene preso per pazzo e fatto ricoverare in ospedale nel reparto psichiatrico dove i medici, non credendo alla sua storia e soprattutto non credendo che ci siano ancora degli ebrei sopravvissuti in Polonia, lo tengono mesi in osservazione per cercare di studiare questo ragazzo bizzarro.
Detta così la storia potrebbe anche sembrare divertente ed è proprio leggendo la sinossi che mi ero fatta attrarre dalla lettura, peccato che poi la narrazione vaneggi su una riqualificazione di Kreskol con
l’intervento di soldi pubblici e “l’invasione” della civiltà con le conseguenze disastrose che ne seguono.
Il villaggio viene trasformato in attrattiva turistica che ne snatura l’unicità, i rabbini e religiosi del villaggio inizialmente contrari alla modernizzazione della loro perla ma impossibilitati di opporsi.
Contemporaneamente continua la ricerca di Yankel della sua compaesana Pesha, che trova casualmente in una sorta di casa chiusa. Se ne innamora e cerca di liberare la ragazza dalla schiavitù sessuale scontrandosi con mille difficoltà e disavventure.
Vi dirò, si fosse trattato di una storia realmente accaduta sarebbe anche potuto essere interessante, ma 433 pagine di una storia inventata che si sarebbe potuta concludere in un centinaio di pagine anche no!
Lo consiglio?
Se non fosse abbastanza chiaro dico di no, ma poiché Max Gross con questo libro ha pure vinto un premio mi rimetto al giudizio della corte e vi chiedo, se lo avete letto vi è piaciuto?