All’inizio un giallo, poi un intrigo economico/politico, infine una storia d’amore
L’enigma della camera 622 è sicuramente un romanzo travolgente e da fiato sospeso. Come già sappiamo, Joël Dicker ci sa fare, e ce lo conferma ancora una volta!
Siamo in Svizzera e la prestigiosa banca privata Ebezner è pronta a proclamare il suo nuovo presidente. Fino a quel momento la nomina avveniva per via ereditaria della famiglia di cui la banca stessa ne porta il nome. L’ultimo presidente però, Abel Ebezner, poco prima di morire dichiara terminata questa tradizione a favore di una scelta più democratica avvenuta tramite votazione dei soci. Quindi, Macaire Ebezner, figlio di Abel, il quale pensava di avere la presidenza in pugno, si trova in gioco assieme ad altri pretendenti.
La storia inizia con il gran Galà per la proclamazione del presidente, durante la cui notte avviene un omicidio
Fin dall’inizio non si sa chi sia la vittima. Il narratore, con una macchina del tempo, ci porta indietro di qualche mese per raccontare come si è arrivati fino a quel punto, sviscerando le storie di tutti i personaggi, con ampi flashback che ne raccontano le origini.
Il ritmo della narrazione è appassionante, i personaggi ben costruiti, Macaire trasmette proprio l’atteggiamento patetico che ci si aspetta da un figlio di papà il quale ha tutto senza grandi meriti.
E poi c’è Lev, il suo collega, amico e antagonista allo stesso tempo, un uomo che si è fatto da sé, grazie alla spiccata intelligenza e al duro lavoro. Dicevo che si parla anche d’amore perchè c’è Anastasia, sposata con Macaire ma ha una storia d’amore clandestina con Lev.
Questo libro è anche un chiaro tributo a Bernard de Fallois, editore di Dicker al quale l’autore era estremamente legato e ne racconta alcuni aneddoti all’interno della narrazione della storia, come dei piccoli cammei.
Insomma, gli ingredienti per un libro appassionante ci sono tutti, ve lo consiglio?
Se siete in cerca di una storia travolgente e ricca di intrighi da non mollare tanto facilmente assolutamente si!