“Ritenta e sarai più fortunata”, si dice

E così, fidandomi del consiglio di Benny, ho deciso di dare un’ennesima opportunità alla letteratura francese con la quale fino a poco tempo fa non avevo un gran rapporto.

Sarà stata la scrittura asciutta e precisa di Carrère, sarà stato l’argomento che sicuramente ho trovato interessante, insomma, L’avversario è promosso dalla temutissima ProvaAruna.

L’avversario: breve trama

Siamo in Francia agli inizi degli anni ‘90 e la notizia di un’enorme tragedia sconvolge l’opinione pubblica.

Jean-Claude Romand viene condannato all’ergastolo per aver ucciso moglie, figli e genitori. Ma come è possibile che una persona apparentemente rispettabile come Jean-Claude, laureato in medicina che lavora in Svizzera in un importante centro, possa aver compiuto un gesto così estremo e crudele?

Carrère decide di intraprendere una corrispondenza epistolare con Romand, cercando di scavare a fondo della storia il più possibile e scoprendo che dietro a questo gesto estremo si nascondevano anni e anni di menzogne.

Quello che fa Carrère è indagare nel torbido dell’essenza dell’essere umano, cercare di capire e interpretare la psiche del personaggio e provando a dare un senso (per quanto possa essere assurdo) a tutto ciò, il tutto in maniera distaccata e giornalistica.

Ciò che spesso accade pericolosamente in questi casi è che il protagonista venga idealizzato e quasi dipinto come un eroe o un idolo, ma Carrère non subisce l’influenza di Romand: si attiene in maniera scrupolosa al racconto in sè.

Un libro denso e inquietante, consigliato a lettori dallo stomaco forte.