Dopo le recensioni di L’amica geniale – volume primo, Storia del nuovo cognome e Storia di chi fugge e di chi resta, chiudo (con un po’ di tristezza) la saga, parlando dell’ultimo uscito: Storia della bambina perduta.

Breve recap: Elena parte con Nino per la Francia, mentre Nino (sembra) abbia lasciato la moglie. Molto falso: in realtà non l’h lasciata. Motivo per cui Elena, dopo averlo scoperto, torna a vivere al rione, nell’appartamento sopra a quello di Lila.

Plot twist: Elena è incinta. Da li a poco nasce Immacolata.

Anche Lila è incinta e da li a poco nascerà Tina.

Nel frattempo nel rione botte, risse, denunce, eroina, un caos dove muore il fratello di Lila e che viene raccontato da un articolo scritto da Elena.

Plot twist da cui dopo 2 anni non mi sono ancora mai ripresa: Tina sparisce misteriosamente. Fine. Mai più ritrovata.

First reaction: No Ferrante, non va affatto bene

Per quattro libri mi hai sparata dritta a Napoli, nel cuore della vita di persone, nel centro di una storia che da ogni lato lasciava uscire altre storie.

E alla fine, mi hai lasciata sospesa tra un vulcano e Torino.

Cosa ne sarà (sì, perchè io nel loro futuro ci credo ancora) di Elena e Lila? Lila si farà viva? E Tina? Ed Enzo, Enzo cosa farà? Ed Elena?

Ho letto Storia della bambina perduta d’un fiato. Ho intrecciato pensieri e sentimenti con quelli delle protagoniste, mi sono sentita Elena e mi sono scontrata con Lila, ho odiato Nino Sarratore (di nuovo: omm ‘e merd), ho odiato Pietro, mi sono sentita a disagio per Silvia, triste per Mirko, sconvolta per Nunzia.

Ho assaporato ogni momento, ero davvero a Napoli, a Firenze, a Roma, a Genova, sono stata davvero parte della loro storia.

Ed è per questo che con questo finale non ci sto. Non so se avevi finito la bic, il tempo o le idee. Ma non puoi lasciarmi a vagabondare tra mille scenari inventati…