Storia del mio terzo appuntamento con Robert Galbraith

La via del male è il terzo romanzo della serie ideata da Robert Galbraith, alias J. K. Rowling, e incentrata sulla figura del detective Cormoran Strike. Giallo puro, stile londinese. Per ora ottime premesse per chi è appassionato del genere!

Punti pro

La Rowling è sempre la Rowling.

Il lavoro sui personaggi che parte dalla prima pagina del primo romanzo della serie, Il richiamo del cuculo, è veramente perfetto.

Strike ha una sua identificazione precisa, il suo passo claudicante, la sua stazza che lo rende a momenti goffo, a momenti un armadio da cui è meglio sloggiare. Una psicologia particolarissima, che lo rende un uomo-orso: poco incline a relazione e “smancerie”, pratico e di poche parole. Non ha relazioni fisse, è un uomo che vive solo, pensa solo, lavoro solo. Finchè a scombinare le carte arriva Robin, la sua prossima nuova assistente.

Robin è una donna con un forte sentimento di indipendenza, ma che rimane addormentato a favore di Matthew, suo futuro marito, tipico uomo del “Tranquilla, ci penso io”. Ma Rowling, o Galbraith, fa un lavoro pazzesco su questa figura: le tira fuori coraggio, intraprendenza, sfida, audacia che ti fanno venire voglia di essere almeno in una percentuale come lei.

E Strike ne rimane colpito…

E quindi arriviamo al punto: ma di cosa parla La via del male?

Londra, 2011. L’agenzia di Strike ha appena brillantemente risolto due casi di omicidio che neanche la polizia era riuscita ad affrontare. I clienti cominciano ad arrivare in gran numero.

Se non che, un giorno Strike e Robin ricevono un pacco con una gamba recisa. Una gamba di donna, tagliata appena sotto al ginocchio, chiaro riferimento alla gamba persa di Strike.

Chi l’ha mandata? Quale pazzo si nasconde dietro a questo omicidio (e ad almeno altri 4)?

Beh, fine. Se il giallo fosse stato solo questo, forse lo avrei messo tra i libri che non consiglio.

Però però, c’è un però

Oltre alla vicenda della gamba in se, nel sottosuolo si muove anche in sordina la relazione umana tra Strike e Robin, con interventi di Elin (attuale fidanzata di Strike), Charlotte (ex fidanzata storica di Strike), Matthew (futuro marito di Robin).

Fin dal primo romanzo, è chiaro che Robin e Strike mantengono una professionale distanza. Ma a partire dal secondo libro qualche pezzo di questo solido patto non detto si rompe. Robin che litiga con Matthew per la troppa presenza di Strike, Strike che riflette sull’importanza di Robin forse non solo nel suo studio, ma anche nella sua vita.

Finchè nel terzo libro il matrimonio di Robin viene annullato. Strike ha degli schizzi di ultra protezione che si riservano a chi è più di una semplice collega o segretaria. Entra in un flusso di pensieri che per la prima volta sempre avere un fondo di sentimenti.

Tutta questa foschia, che – spoiler – non viene comunque dipanata alla fine del libro è sicuramente il punto che ho trovato più interessante in tutto il libro.

Punti no

Rispetto ai primi due libri della serie, ho trovato La via del male un po’ meno appassionante. La trama è forse un po’ più basic e non ho trovato il soggetto della storia, tutta la questione della gamba tagliata, tanto avvincente quanto la storia degli altri romanzi.

Se dovessi scegliere se consigliare o meno questo libro, probabilmente non lo farei. Ma leggendo Il richiamo del cuculo e Il baco da seta probabilmente vi rimarrebbe la voglia di scoprire cosa succede tra i due protagonisti…