Camilla is back to the block!
Così, de botto senza senso (cit.) il 30 maggio esce l’ultimo lavoro della Lackberg a grande sorpresa per la sottoscritta.
Dopo La strega, uscito nel 2017, la nostra amata Camilla aveva intrapreso progetti diversi, a mio parere non riusciti benissimo, per poi tornare da dove tutto era cominciato: Fjallbacka con Erica e Patrik.
Il figlio sbagliato non inizia in maniera cruda come spesso accade nei lavori dell’autrice ma è come se la Lackberg volesse reintrodurci pian piano nella cerchia di vecchi amici della cittadina svedese, dandoci giusto un po’ di tempo per riambientarci, ricordarci dei personaggi che gravitano attorno.
Ma è solo questione di poche pagine, perchè in quattro e quattr’otto si piomba nell’angosciante e truce realtà dei fatti con una serie di omicidi che non lasciano spazio all’immaginazione.
Protagonisti di questa storia sono un gruppo di amici intellettuali soci di un circolo culturale chiamato Blanche, attorno al quale gravitano personalità di spicco del mondo intellettuale svedese. Sembra tutto molto elevato ed esclusivo, in realtà sotto si nascondono segreti e intrighi inimmaginabili.
La narrazione è alternata tra il presente e dei capitoli che raccontano una storia avvenuta nel passato, con protagonisti Lola e sua figlia. Due personaggi che apparentemente non c’entrano nulla con i protagonisti ma che, con l’andare avanti della narrazione, vedrà tutti i tasselli andare al loro posto.
Le indagini avvengono in parallelo. Da una parte Patrick che, con la sua squadra di polizia, procede per le vie ufficiali; dall’altra c’è Erica, che, in cerca di spunti per un nuovo libro, vuole saperne di più su Lola, personaggio misterioso suggeritole da un’amica.
Il figlio sbagliato: breve recensione
Insomma, le dinamiche narrative sono molto ben rodate, la scrittura è limpida e incalzante e i continui colpi di scena ti tengono incollato alla storia con un climax ascendente fino alle ultime righe dove vengono snocciolati intrighi e misteri in maniera magistrale.
Lo dico? Lo dico
Finalmente la Lackberg è tornata nella sua comfort zone e io non posso che esserne felice. Un libro che vi potete portare al mare e che non abbandonerete tanto facilmente, ve lo dico!
Buona lettura!