Dev’essere stato lo stesso fascino che scaturisce in me la vista di un bel giardino ad aver catturato la mia attenzione quando ho scovato questo libro che già dal titolo e dalla copertina preannunciavano una bel romanzo.

Il botanico inglese racconta la storia del botanico Robert Fortune che a metà ‘800 venne spedito in Cina da parte del Regno inglese alla scoperta di nuove piante e sementi da portare nei magnifici giardini di Kew Gardens a Londra.

La storia è lenta e molto descrittiva ma allo stesso tempo avvincente. Grazie alla scrittura fiorita e dettagliata permette di entrare in sintonia con i personaggi e i luoghi descritti, trasmettendo l’entusiasmo quasi bambinesco del protagonista di fronte alle nuove scoperte botaniche e coinvolgendo il lettore in questo viaggio lontano, immergendolo totalmente nella poesia del racconto con grande delicatezza rispetto della cultura cinese che accoglie con generosità, e a tratti con ostilità, il barbaro inglese. Seppur il racconto è arricchito anche da spezzoni di appunti originali di Fortune e la storia si basa sulla reale spedizione del botanico, gran parte delle vicende svoltesi in Cina sono frutto dell’immaginazione dell’autrice.

Nonostante la storia sia avvincente l’ho letto lentamente, un po’ per assaporare le sfumature della storia e un po’ perché volevo non finisse subito.

E’ un libro che consiglio perchè permette di viaggiare con la fantasia e di partecipare assieme al protagonista alla scoperta di un nuovo mondo, nuove conoscenze e partecipare alle avventure e sfide che il protagonista con coraggio e con un pizzico di incoscienza si trova ad affrontare.