N.D.R. Questa recensione è stata scritta nel 2020 e messa in archivio. Desidero pubblicarla ora, a settembre 2022, perché tenevo molto alla sua pubblicazione. O forse perché sono una ritardataria cronaca e non avevo nulla di pronto per oggi.
Ad ogni modo, non mi pento di nulla.
Avrei potuto recensire questo libro settimane o mesi fa dato che era nel sacco che Babbo Natale ha gentilmente svuotato sotto il mio albero di Natale.
Eppure ci sarà un perché mi trovo a parlarne ora, ad inizio giugno 2020.
Il razzismo va ancora di moda
Il nero non sta bene a tutti, tanto che certe forze dell’ordine americane si sentono giustificate ad ammazzare un uomo per strada soffocandolo.
Siamo qui per parlare di libri, ma il nostro parlare di libri ci modella, ci scava, ci spinge a guardare la realtà e, volenti o nolenti, ad allenare il nostro muscolo dell’empatia.
Ecco perché mi sento utile, oggi, a scrivere qualcosa su I ragazzi della Nickel di Colson Whitehead.
Sarò anche superflua dato che non molto tempo fa questo testo è stato insignito del Premio Pulitzer, non sono quindi io a garantirvi la qualità dello scritto, ma posso suggerirvi il perché questo libro, oltre che ad essere di forte valore letterario, è necessario.
Anche da morti i ragazzi portavano guai.
Il cimitero segreto si trovava nella parte settentrionale del campus della Nickel, il una zona coperta di chiazze d’erba incolta tra la vecchia stalla e la discarica. Ai tempi in cui la scuola gestiva una latteria e vendeva i suoi prodotti alla gente del posto […] quell’appezzamento veniva usato come pascolo. […] La scoperta dei cadaveri fu una costosa complicazione per l’impresa immobiliare che aveva da poco chiuso un’indagine sulle storie di maltrattamenti. Adesso doveva aprirne un’altra, per stabilire l’identità dei defunti e le circostanze della loro morte, e nessuno sapeva quando quel posto della malora avrebbe potuto essere raso al suolo, ripulito e cancellato dalla storia, cosa che tutti auspicavano da tempo.
È sufficiente questo incipit per debilitarci l’anima, ma cerchiamo di andare con ordine.
La storia
I ragazzi della Nickel racconta la storia di Elwood Curtis, un ragazzino di tredici anni che ci sta immediatamente simpatico: è un ragazzo semplice che vive con la nonna, si dà da fare con piccoli lavoretti e nello studio, è uno che riga dritto, che ha un senso profondo della giustizia e che è affascinato dalla figura di Martin Luther King. Elwood però è un ragazzo di colore che vive nella Florida degli anni Sessanta, non esattamente un bel posto, non esattamente una decade fortunata per le persone con la pelle scura.
Il nostro protagonista sogna di cambiare il mondo, di dare il suo contributo attraverso lo studio ma mentre sogna incappa in un drammatico scherzo del destino: per puro caso finisce alla Nickel Academy, un riformatorio maschile dove i suoi ideali si scontrano con la realtà della violenza, della sopraffazione e dell’abuso per giungere ad un terribile quanto inaspettato epilogo.
Si tifa per Elwood dall’inizio alla fine della storia, si spera che la violenza non prevalga su di lui e su tutti gli altri ragazzi della Nickel.
Il linguaggio
Whitehead padroneggia un linguaggio distaccato ma allusivo ed uno stile cinematografico: l’efferatezza di alcune scene, così gli alti livelli di adrenalina in altre immagini al cardiopalma, rendono l’esperienza di lettura un’attività che coinvolge tutto il corpo: vi ritroverete spesso il battito del cuore aumentato, i denti stretti, le lacrime agli occhi.
Sarà impossibile non pensare ad Elwood senza sentirsi in cuore stretto nella morsa di una pressa industriale.
Ed ora, stoccata finale
Questa narrazione è tratta da una storia vera. La Nickel non è esistita ma sono esistite molte strutture simili dove le peggiori atrocità (compresi gli omicidi) sono state occultate, specialmente quelle delle persone di colore perché non avevano voce.
Non uso i miei soliti congiuntivi o condizionali ma vado con un bel presente indicativo: questo libro è necessario.
È necessario oggi, nel 2020, perché ci appare chiaro che c’è ancora da lavorare sui diritti, sull’uguaglianza e sulla libertà.
Se non sai da dove partire, parti da I ragazzi della Nickel.