“Forse ti chiederai perché mi ritrovo qui, babbo caro. Eh, te mi vedi da lassù, lo sai quante ne ho dovute passare per mettermi in testa una volta per tutte che io mica sono fatto per stare in mezzo alla gente, il posto mio è il bosco e il silenzio che fanno  gli alberi, che poi non è silenzio per niente, a volte mi sembra anche che mi parlano.”

Le comfort zone hanno motivo di esistere. Occorrono luoghi sicuri dove poter rintanarsi quando fuori infuria l’uragano Katrina o Sam o Irma o Ida o tutti insieme.

Sembrerà paradossale, ma le mie comfort zone sono fatte di libri che di comfort non hanno proprio nulla. Datemi una trama disturbante e sono una lettrice soddisfatta.

Data questa premessa non potevo che cadere in piedi con la mia ultimissima lettura, I Cariolanti di Sasha Naspini, edito Edizioni e/o.

Si tratta di un racconto di formazione che narra l’oscura storia di Bastiano. Oscura non a caso, dato che il bambino passa la sua prima infanzia a vivere un una tana nel terreno di un bosco, insieme ai genitori. Il padre deve nascondersi in quanto disertore, quindi la famiglia vive nel minuscolo nascondiglio, sopravvivendo come può.

Va da sé che Bastiano non può che crescere di traverso, animato da uno spirito più animale che umano, mosso da istinti primari, primo fra tutti la fame, grande protagonista della vita del ragazzo. Una fame cieca, cannibale, capace di far compiere a lui e la sua famiglia le più deprecabili azioni; OCIO (traduco per i non-veneti: attenzione) che quando dico “deprecabili” intendo proprio atroci atroci, io ho strabuzzato gli occhi eh, anche perché Bastiano li racconta con un’innocenza fanciullesca. Episodi di cannibalismo, infanticidio, stupro e omicidio. Roba leggera insomma.

La vita di Bastiano prosegue tra stenti e atrocità perché un bambino nato in un contesto simile non è in grado di discernere il bene dal male, quindi agisce d’impulso, sia in adolescenza quanto in età adulta. In nessuna tappa della vita del protagonista manca una vorace l’oscurità, una macabra violenza.

“Sì, forse era questo: sembravi più una bestia che un uomo. Un essere sincero, anomalo, immune alle calamità che affliggono la gente.”

Bastiano, come una bestia di cui porta il nome assonante, è più animale che uomo, è a suo agio a vivere nei boschi a contatto con gli animali che caccia o ammaestra. Bastiano osserva molto, con i suoi occhi belli, attenti, animaleschi, e parla poco. Vede il compiersi della guerra, della miseria che porta con sé, vive la crudeltà dei campi di concentramento dove sopravvive a bucce di patate e larve che non condivide con nessuno, perché l’istinto primordiale è quello del mors tua vita mea. Torna a casa, scopre verità nascoste che lui disseppellisce, distrugge e richiude in una tomba.

Lo stile di I Cariolanti è particolarissimo, caratterizzato da un linguaggio altrettanto peculiare che rispecchia il modo di parlare (e di pensare) che ha il protagonista, fatto di frasi semplici, di sintassi maldestra, di ripetizioni e invocazioni e quel ricorso spasmodico al “vedrai che”. Anche il continuo salto di punti di vista rende la narrazione dinamica e affascinante; se infatti la maggior parte dei capitoli è raccontata da Bastiano (talvolta appellandosi alla madre, altre volte al padre), altri sono affidati alle testimonianze di chi Bastiano lo incontra (Nello, compagno di viaggio di Bastiano verso il campo di concentramento, il dottor Mitja Von Kleinmayr, il diario di Sara).

In comune con un’altra opera di Naspini che ho letto di recente, Nives (Edizioni e/o) ho ritrovato la tematica dei segreti di famiglia. Nessuno della famiglia Cariolante infatti si salva dall’allure del mostro, tutti hanno qualcosa da nascondere al Padreterno. Una famiglia quasi infernale, maledetta.

Un libro che per immagini e livello di violenza tiene con il fiato sospeso fino alla fine. Esattamente quello che chiedo io alla letteratura: sgomento.

Questo libro mi ha catturata ad ogni sua pagina, Naspini ha il dono di riuscire ad anticipare tanto da incuriosire di riga in riga in un’escalation di drammaticità e violenza.

Consigliatissimo quindi, ma solo a stomaci forti.