Prologo: è un mercoledì e per la nostra rubrica settimanale “Mercoledì random” su Instagram (se non ci segui lì DO-IT-NOW, siamo super attive!) mi propongo di non comprare più libri dopo aver mostrato ai nostri followers ben dieci libri entrati di recente nei miei scaffali. Esattamente due ore dopo stavo uscendo dalla libreria con un volume nuovo.
Possiamo già concludere che sì, non sono assolutamente una da buoni propositi e che sì, questo libro mi ha colpita subito, l’ho preso senza pensarci due volte.
Si tratta di un libro del quale non avevo mai sentito parlare (strano, solitamente in libreria mi fiondo su cose già inserite in wishlist) ma svettava tra le nuove uscite.
Il titolo è Guardaci di T.L. Toma, uno scrittore americano esordiente, edito da Bompiani.
Mi ha colpito da subito il cubitale titolone e l’immagine di una bambina che si copre gli occhi. Ho annusato subito la possibilità di trovare del sordido. Ed è stato così.
La storia
La storia è quella di una coppia di successo newyorkese costituita da Martin, analista finanziario, e Lily, avvocato. La coppia vive quella che sembra una vita perfetta, nonché una storia d’amore perfetta messa però in bilico dalla nascita di due gemelli tanto desiderati quanto impegnativi.
I due si affidano dunque per anni ad una tata, Paloma, che li solleva dalle incombenze genitoriali, ristabilendo l’equilibrio. Quando però Paloma annuncia di voler partire per raggiungere il suo amante, la situazione torna a farsi critica.
Entra in scena Meave, una giovanissima ragazza irlandese che viene presa in carico come ragazza alla pari alla quale viene affidato il compito di occuparsi dei bambini e della casa. Complice la sua storia familiare (è la più grande di una cospicua nidiata) Meave si rivela abile anzi, eccezionale. Meave è una ragazza minuta, non bella ma che cela nei tratti qualcosa di misterioso, specialmente nello sguardo.
É proprio lo sguardo di Meave che, una sera, si appoggia sulla coppia in camera da letto. La ragazza inizia ad assistere agli amplessi di Martin e Lily, senza prendervi parte ma regalando ai coniugi una rinnovata quanto insperata intesa sessuale.
Inizia così per la famiglia un nuovo capitolo nel quale ognuno recita il ruolo da perfetto membro, fingendo che di notte nulla accada, fino a quando, nella parte finale del libro, non si spezzerà l’idillio a causa proprio della messa in discussione di tali ruoli.
L’indagine sulla figura di Martin
Sebbene il titolo e la trama suggeriscano un romanzo corale che permetta vari punti di vista, l’autore si concentra soprattutto sul personaggio di Martin, uomo del quale indaga il trascorso e la psiche, in maniera più che eccellente. Martin di mestiere fa quello che fa un algoritmo, cerca di prevedere, dati alla mano, quali cambiamenti subiranno i mercati finanziari per poter comprare i vari titoli al momento giusto. Si tratta di un lavoro che lo aliena e che lo ha portato distante da quello che si era proposto di fare in gioventù, ovvero conclamare una teoria matematico-filosofica che avrebbe portato il suo nome.
Per tutto il libro si percepisce il fatto che Martin abbia vissuto la sua vita come un ripiego. Fa un lavoro che non è quello che sognava ed ha sposato una donna che non era esattamente quella con la quale pensava che avrebbe passato il resto della vita. Se da un lato Martin rivela degli aspetti di sé che potremmo definire positivi (è riflessivo, intelligente, ha solidi valori, è sensibile), dall’altro si dimostra anche, per dirlo alla Ferrante, un omm’ ‘e merd’, in particolare quando dimostra di essere totalmente incapace di imporsi (vedi finale).
Elementi di squilibrio parte 1
Personalmente sono una feticista dei personaggi maschili inetti, quindi con Martin sono andata subito d’accordo sebbene abbia percepito un certo disequilibrio nella narrazione: Martin non è il protagonista ma si parla per lo più di lui e del suo background. Errore madornale? No, ma mi ha infastidito. Lily rimane un personaggio più sfumato. Dalla lettura ricaviamo il fatto che Lily sia una stronza ma non abbiamo abbastanza dati per capire il perché.
Elementi di squilibrio parte 2
Un altro elemento di squilibrio ha a che fare con lo svolgimento: si arriva alla parte saliente del racconto ben oltre la metà del libro e questo lo definisce come un libro più che altro descrittivo. Alcune scene non avevano spessore in termini di narrazione, non avevano scopo nella storia, né nell’approfondimento dei personaggi. In sintesi, il libro è troppo lungo per quello che voleva raccontare. Talora ho persino immaginato che ci fosse una sotto trama thriller perché il libro sembra suggerire il preludio a qualcosa di tragico che… non arriva mai.
“Guardare”
Il tema centrale richiamato anche dal titolo è certamente l’idea del “guardare”, sia per ciò che concerne le dinamiche interne dei personaggi (Meave che osserva la coppia mentre fa l’amore) sia per la posizione che assume il lettore, che entra con la lente di ingrandimento nella vita di una coppia apparentemente perfetta ma che, vista da vicino, rivela le sue crepe e le due discromie. Non solo, il concetto di guardare ha anche a che fare con il concetto di “badare a”; non è un caso che a fare da culmine al libro ci sia un episodio che ha come protagonisti i figli della coppia. Non da ultimo emerge dalla vicenda che anche due persone adulte ed affermate abbiano bisogno di qualcuno che li guardi e che si prenda cura di loro.
Note positive
Note positive: ho adorato l’autenticità con la quale è descritta la genitorialità, a partire dalla fatica di Lily all’inizio della maternità (da subito si accorda con Martin per poter avere un aiuto perché lei desidera rientrare al lavoro) e proseguendo con le difficoltà nella gestione dei figli, anche per una coppia privilegiata in quanto benestante. Tutto molto tangibile, parlo per esperienza.
Lo stesso non si può dire delle scene di sesso, che immaginavo sarebbero state quelle più vivide, invece sono mal descritte, senza mordente.
Il finale non lascia insoddisfatti ma certamente non possiamo parlare di un lieto fine, l’amaro in bocca rimane per giorni.
Sommando dunque tutti questi elementi, sgancio tre stelle a questo testo. Sembrava amore invece era un calesse.