Come si può definire un’amicizia?

Sintonia, affinità, comprensione e sostegno. Effimeri parla proprio di questo.

Siamo in Inghilterra negli anni ’80, anni di grandi stimolazioni musicali e affermazione della “working class”.

I due protagonisti sono Tully, ragazzo irriverente e magnetico, sopra le righe, uno di quegli amici trainanti che ci deve sempre essere in una compagnia, e poi c’è Noodles, l’amico del cuore con cui ha in comune la passione per la musica e i film e un grande senso di ribellione, ma quella ribellione sana di due ragazzi di diciotto anni che hanno tutta la vita davanti.

I due ragazzi assieme al loro gruppo di amici decidono di andare a Manchester ad un festival incredibile, il non plus ultra del fermento musicale inglese dell’epoca. Manchester è vista un po’ come un miraggio, quel luogo dove tutto è possibile: c’è musica, alcol, ragazze, tutto ciò che una banda di ragazzacci può desiderare.

Quella sarà la serata più epica della loro vita.
Stop.

Trent’anni dopo

Salto temporale di circa trent’anni: i due amici, legati sempre da una profonda amicizia, si ritrovano a dover affrontare ciò che purtroppo alle volte la vita ti mette davanti e a cui nessuno è mai abbastanza preparato.

È una storia profondamente intensa, nella prima parte frizzante e spensierata, nella seconda straziante e dura ma scritta talmente bene che la rileggerei subito. O’Hagan riesce ad affrontare temi forti e duri, come una malattia può essere, con una delicatezza e senso della realtà incredibili, sviluppando relazioni e opinioni differenti tra i personaggi che ti ci fanno immedesimare appieno.

Un libro che mi sento di consigliare a chi piace la cultura inglese, una bella storia di amicizia, e vuole emozionarsi: non mi sbilancio di più, leggetelo!