Quando entri nella vita di Violette, ci entri per portarti via qualcosa di lei. Ti senti un po’ in dovere di sollevarla di un pezzetto del suo dolore, portarlo via dalle pagine. E nonostante tutto, che forza Violette. Che affronti più la morte che la vita, più l’abbandono che l’amore, più l’assenza che la presenza. E lo fai senza un lamento, senza un urlo, senza una bestemmia.

Che forza Violette, una vita così dura ma tu sei più dura.

Nominato speciale: Philippe. Ho visto la tua aria da stronzo tra le parole, ma poi lo capisci perchè uno diventa stronzo. Lo capisci perchè diventa cattivo. Capisci (buona parte di) quello che fa. Comunque sei rimasto stronzo fino alla pagina 476, l’ultima, ma alla fine ti ho compreso.

E ho capito il perchè di voi insieme, voi senza pace a cercare la pace nel corpo degli altri. A cercare qualcosa che rimane e non si muove, ma come tutte le cose dell’universo, ad un certo punto si spostano e ti spostano.

Che vita Violette, se fossi una persona vera ti vorrei incontrare da qualche parte nel mondo per chiederti come fai a essere così viva, nonostante le cose che cadono di continuo.

Se non l’hai letto, leggilo. Te lo dico: certe pagine sono state difficili. E preparati perchè non capirai subito, ma quando arriva il momento è come se ti svegliassero di colpo la mattina presto. Un pugno in faccia.

Valérie Perrin capolavoro di scrittura, capolavoro di indagine nel cuore, nei sentimenti, nella vita, nella morte.