Dedico questo breve pezzo alla mia Alice T.
Grazie per avermi saputo incuriosire con poche parole, dote per lo più negata al resto del mondo sensibile.

Come riprendersi dalla (estenuante) sessione estiva

Vi raggiungo lettrici e lettori al termine di un’estenuante sessione di esami universitari che mi ha fatto arrivare alla linea d’arrivo con ben più che la lingua a penzoloni e la milza spappolata.

Per fortuna in mio soccorso è arrivato il consiglio di lettura della mia amica Alice la quale ha saputo intercettare le parole esatte per portarmi a leggere Amico mio di Gianmarco Perale, NN Editore, pubblicato poche settimane fa (aprile 2023). Una lettura che definirei provvidenziale in un momento di scarsa concentrazione come quello appena trascorso.

Amico mio: un libro “da bere”

Si tratta infatti di uno di quei libri “da bere”, sia perché è effettivamente breve (conta poco più di 200 pagine), sia perché ti coinvolge immediatamente e anche per un terzo aspetto del quale vi parlerò dopo.

Cosa mi ha incuriosita di questo testo?

La tematica dell’amicizia… tossica. Non sia mai che io mi legga qualcosa di normale con le fatine e gli unicorni in copertina!

Tommaso (Tom) è un ragazzino di tredici anni come tutti: va a scuola, tifa Milan e gioca a calcio, ama i fumetti ed ha un migliore amico, Poni (Paride), che frequenta la sua classe. Poni è il migliore amico di Tom, proprio il più prezioso sulla faccia della terra e come tale – secondo Tom- va difeso.

Il romanzo prende infatti avvio da un gesto che Tom compie nei confronti di un altro compagno (Leo Fosco), proprio al fine di difendere l’amico. Tale gesto avrà varie ripercussioni, tra le quali l’allontanamento di Poni da Tom, asfissiato e stanco dell’attaccamento da parte del ragazzo, un attaccamento che diventa sempre più morboso fino a sfociare in un gesto estremo.

“Sei sporco” ho ripetuto.
“Sporco di cosa?”
Forse era cacca di piccione. Non capivo.
“Girati”.
Si è girato ma non c’era luce.
“Cos’è?” ha chiesto.
Spesso Leo Fosco appiccicava foglietti sulle schiene degli altri, sugli zaini, cazzi disegnati e offese varie, e sporcava i nostri vestiti col gessetto da lavagna o col bianchetto […] In effetti poteva essere una scritta. Non sembrava, ma poteva esserlo. Forse era cacca di piccione. Ero indeciso. Ho leccato il pollice e ho strofinato.
“Cos’è?”
“Una scritta”
“Una scritta?”
“Forse”
“E chi è stato”
“E chi è stato?”
C’ho pensato un attimo. Ho fatto un bel respiro, poi ho detto: “Immagina”.
“Leo Fosco?”
Continuavo a guardare la macchia.
“Può essere”.
“Sul serio?”
Grattando forte ho detto: “L’ho quasi tolta”.
“Grazie”
Mi sono schiarito la voce e ho chiesto: “E se lo uccidessi?”

Lo svolgimento della vicenda è piuttosto basico sebbene non manchino i momenti di suspance garantiti dal ricorso di certi mezzi non proprio originali, tuttavia ciò che rende questo libro assai peculiare ed incalzante è lo stile, quasi essenzialmente basato sui dialoghi. Questo consente una lettura snella e allo stesso tempo da modo di provare quel fastidio nei confronti di Tom e della sua insistenza.

Perale ha saputo rendere benissimo questo aspetto, dando -letteralmente- voce ad una psicologia a tratti inquietante ma molto reale nel suo essere ripetitiva ed irragionevole.

C’è anche un contro

Ahimè, a fronte di una penna che sento di riconoscere come meritevole e altamente riconoscibile grazie alla sua caratteristica di fare un ampio uso di dialoghi (avevo letto anche Le cose di Benny), ritrovo la problematica che mi aveva fatto storcere il naso già a quella prima lettura: dialoghi ok ma senza personalità.

Mi spiego: quando si sceglie di fare un così massiccio uso di dialoghi occorre gestirli con cura, dando a ciascun personaggio un gergo, una voce, uno stilema. Se è verosimile che due adolescenti possano parlare nello stesso modo, non lo è altrettanto che lo facciano una madre, un padre o un allenatore.
Nessuno tentenna mai, nessuno ha qualche tic, nessuno usa intercalari. Bè, strano, no?

Ad ogni modo il libro mi è piaciuto e lo consiglio come lettura snella o come titolo adatto in caso di blocco-del-lettore.