Un (libro) per tutte, tutte per un (libro)!
Nel mese di ottobre abbiamo letto La sovrana lettrice di Alan Bennet, edito Adelphi, ecco cosa ne pensiamo…
Vado al sodo: questo libro non mi è piaciuto nel suo intento, che sarebbe dovuto essere… far ridere?
La sovrana lettrice viene venduto infatti come un titolo comico ma io giuro che anche sforzandomi tanto da far uscire le rughe, non sono riuscita a ridere.
Se però scanso questa premessa, posso trovare nel testo alcune note positive. So per certo che se tu sei una lettrice/lettore avrai un certo debole per i “libri sui libri” (batti cinque, anche per me è così) ovvero quei testi nei quali è possibile riscontrare titoli che soggiornano nella nostra libreria mentale (e non) dotati di una spunta, ammettetelo! E questo non fa eccezione, sebbene molti volumi citati facciano parte di una cultura (quella inglese) che ho percepito vagamente distante dalla mia, ma non ho potuto che esultare quando sono comparsi sulle labbra della regina Harry Potter e Rushti!
Note positive finite, continuiamo a parlare male.
Peccato per la percezione che il libro offre nei confronti degli anziani. Sbaglio o gli inservienti della regina erano tutti lì pronti a dire: ecco, la regina si è rincoglionita del tutto?
Questa cosa proprio non l’ho capita, anzi, penso sia un processo naturale il fatto che in vecchiaia si sia più meditabondi e si abbia voglia di raccontare la propria vita. Sbaglio?
Sullo stile baipasso perché ho promesso di non scrivere parolacce ma, amici e amiche, non ci siamo eh. Una pesantezza e una noia che sono riuscita a sopportare solo perché il libro è breve.
Breve, concisa e cattiva. God save the Queen, perché io la boccio.
Ci speravo in Alan Bennet. Ci speravo nell’umorismo inglese. Ci speravo in questa lettura di gruppo dalla copertina color pastello.
Questa esperienza mi ha confermato un sospetto che coltivavo da tempo: le speranze sono vane.
Dopo questa premessa catastrofista dico che “La sovrana lettrice”, come i più arguti avranno intuito, per me è un gran NO.
No perchè: la trama (se vogliamo definirla tale) è lenta e noiosa oltre i limiti della tolleranza.
La figura, quasi mitologica, della Regina Elisabetta viene banalizzata a personaggio comune e, forse l’ho già detto, estremamente noioso.
Infine, durante la lettura, seppur breve, si è in costante attesa che “succeda qualcosa” nella speranza di un risvolto “shock” della storia ma no, nulla sconvolge la mediocrità del racconto.
Avrei una domanda per il signor Bennet: il finale doveva essere simpatico? Chiedo per un amico.
Brevissima e concisissima: no.
Punto 1: non fa ridere.
Saranno gli accenni alla storia che non capisco perché non ho ripassato prima di leggere questo libro? Andava messo nelle note per il lettore.
Punto 2: ma la trama?
Forse l’unica cosa interessante che lascia aria ad un mini “Embé ma adesso che succede?” arriva all’ultima frase dell’ultima pagina. Una fatica ad arrivarci per poi? PER POI? Non lo sapremo mai.
Punto 3: comunque complimenti
90 pagine che nessun altro avrebbe potuto scrivere nella vita!