Una riflessione dopo la lettura de La canzone di Achille di Madeline Miller
È ciclica come le stagioni e il panettone a Natale (per me rigorosamente senza canditi), pronta ad essere scagliata tipo sfera pokè per far uscire il Pokemon della polemica, la cara vecchia discussione su Booktok.
Su Booktok solo letteratura rosa. Su Booktok sempre gli stessi quattro libri. Su Booktok la gente i libri li mostra solo, mica li legge davvero. Su Booktok non si può parlare di vera letteratura.
Questo è quello che pensa chi (forse) Booktok non lo conosce poi così tanto.
Ma facciamo un passo indietro: cos’è Booktok?
Per prima cosa mi spiace dirtelo, ma se non lo sai o sei un boomer o non sei un appassionato/un’appassionata di libri… Per la prima potremmo chiudere un occhio, ma per la seconda ci chiediamo: che ci fai qui?
Si tratta ad ogni modo della community di lettori che interagisce sulla piattaforma Tiktok, il social della generazione Z, e che, con il linguaggio proprio del mezzo, parla, commenta, fa vedere, racconta il mondo dei libri.
Video brevi, brillanti, accattivanti accompagnano recensioni, consigli di lettura, bookhaul, ma anche le live di lettura, una rivoluzione a mio avviso, perché permettono di ritrovare la dimensione collettiva del leggere attraverso una piattaforma digitale (ricordate quello che si diceva sulla ciclicità?).
Come quasi tutti i social, Tiktok è nato inizialmente con altri scopi (c’è ancora chi pensa che sia il “social dei balletti”) ma presto il mondo dei lettori non ha perso l’occasione di colonizzare anche questo canale, spingendo innumerevoli lettori e lettrici a condividere la propria passione.
Chi vi scrive lo fa da una piattaforma ormai considerata un po’ agée, un vezzo da millennials, il blog, “fa così anni ’10” mi ha detto una volta mia nipote dall’alto dei suoi 15 anni (a lei, tra l’altro, devo l’incontro con Tiktok) ma questo non fa di me una purista dei mezzi.
Anche perché, cari miei detrattori di booktok, parliamoci chiaro: il blog non è più accreditato di un canale youtube, che a sua volta non vale né più nè meno di un canale Instagram seguito con serietà, che a sua volta non ha nessun punto riconoscimento in più di Tiktok. Insomma, nel mondo del libro raccontato attraverso il web non esiste una gerarchia, esiste solo una moltitudine di sfaccettature di modi per parlar di libri.
Per inciso, la critica letteraria, quella vera, quella da corso universitario, diciamocela tutta, non si fa sul web. Quindi navighiamo tutti e tutte le stesse acque.
Ma andiamo al sodo. In cosa consiste il mio incontro con Booktok?
Ho letto il libro in assoluto più spammato su questo social, ovvero La canzone di Achille di Madeline Miller.
Davvero è impossibile non imbattersi in questo libro, ha venduto un numero spropositato di copie e mantiene discrete posizioni in classifica (è stato pubblicato nel 2011!) e Booktok continua a pararne dopo anni.
Mi ha incuriosita fortemente questo successo, sapete che sono una best seller- hunter e quando un titolo fa il botto mi viene sempre da chiedermi il perché. Inoltre, La canzone di Achille sarebbe stata una buona cartina tornasole per rendermi conto di quale fosse il livello dei lettori di Booktok, anche se questi termini mi sembrano snob, scusate, insomma, volevo capire se davvero su Booktok girano libri fortemente targhettizzati, in grado di convincere solo un pubblico giovanissimi.
Ebbene, non è stato così
La canzone di Achille non solo mi ha coinvolta, intrattenuta ed incuriosita, ma, ammetto, ho versato anche qualche lacrima (ma non mi fido delle mie lacrime, quelle si fanno influenzare solo dagli ormoni e non dal valore letterario di un’opera); insomma, non posso negare che abbia trasmesso una forte emozione.
Si tratta di un retelling del mito omerico dell’Illiade, in particolare la sottotrama che riguarda il rapporto tra Patroclo, ripudiato dal padre dopo aver accidentalmente ucciso un ragazzino, e Achille, figlio di un re e una Dea. La loro storia viene narrata a partire dalla loro giovinezza fino al tragico epilogo.
La magia di questo libro sta proprio in questo
Si tratta di un mito noto e nonostante ciò si legge con piacere crescente fino alla fine, complice anche uno stile diretto e scorrevole, nulla di letterariamente rilevate su questo frangente devo ammettere, ma Miller sa scrivere e portarti dove vuole.
Mi aspettavo che l’ultima parte fosse affidata alle parole di Achille poiché Patroclo (non dovrebbe essere spoiler se hai fatto le medie) perde la vita, invece è di quest’ultimo la voce narrante fino alla fine. La fine, appunto, la parte che mi ha pienamente commossa, perché si pensa che con la morte dei personaggi essi effettivamente finiscano, invece no, invece poi c’è l’eternità.
Molto forte sicuramente la componente romantica di una storia senza dubbio accattivante per la GenZ in quanto storia LGBT. Essere omofobi ormai è veramente una cosa da boomer, per fortuna.
Da millennial, ma specialmente da blogger, perché si parla più di mezzi che di età, sento di promuovere La canzone di Achille e con essa tutta la compagine di giovani lettori che su booktok sta creando una community il cui scopo è, alla fine, lo stesso di qualsiasi cultore dei libri: diffondere la bellezza.