Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.

In occasione della giornata della Memoria abbiamo deciso di interpellare un amico di Libri a merenda, lo storico e ricercatore Alessandro Fantin, il quale ha messo a disposizione la sua cultura e la sua ampia conoscenza libraria sul tema della Shoah, selezionando dieci titoli su questa tematica.

Saggi e testimonianze per addentrarsi della mentalità nazista e nelle memorie di chi ha subito la tragedia della deportazione nei campi di concentramento; un focus su una delle pagine più tragiche della storia contemporanea, un viaggio infernale in cui il nostro Caronte è fatto di libri.

1. “La vita offesa. Storia e memoria dei lager nazisti nei racconti di duecento sopravvissuti” di Anna Bravo e Daniele Jalla (curatori), Franco Angeli

Personalmente, ritengo questa raccolta di testimonianze uno dei testi cardine della mia crescita personale come Uomo e come storico. I curatori raccolgono numerose Memorie di donne e uomini riuscendo a far rivivere al lettore passo dopo passo ogni momento, ogni dinamica della deportazione, le atrocità subite ma anche le rinascite da stuck, “pezzi” ad esseri umani.

2. “Zavorre. Storia dell’Aktion T4: «l’eutanasia» nella Germania nazista 1939-1945” di Götz Aly, Einaudi

Secondo il Terzo Reich le vite di infermi incurabili, malati mentali, epilettici, affetti da tare ereditarie, erano “indegne di essere vissute”. Un focus sullo sterminio silenzioso avvenuto nella società tedesca e poco conosciuto. Donne, uomini e bambini visti come bocche in più da sfamare poiché “inutili” alla società.

3. “Tu passerai per il camino. Vita e morte a Mauthausen” di Vincenzo Pappalettera, Mursia

“Una volta un vecchio ebreo gridò: «Nella prima guerra mondiale ho combattuto per la Germania, ora volete uccidermi?». «Buttati contro i fili spinati, porco d’un ebreo» gli ordinarono gli ufficiali SS Schulz e Streitwieser. Dovette ubbidire”.

Un libro di memorie dal lager di Mauthausen in Austria dove la Morte di un essere umano contava più della Vita. Pappalettera venne deportato venticinquenne e testimonia l’esperienza tragica sua e di altri soprattutto a coloro che ancora non vogliono credere sulla veridicità dello sterminio di massa intrapreso dal nazismo in Europa.

4. “Bestiario nazista. Gli animali nel Terzo Reich” di Jan Mohnhaupt, Bollati Boringhieri

La bestialità del potere la cui propaganda si serviva degli animali per sostenere la superiorità ariana e fomentare l’odio razziale, fra uomini che diventano bestie, bestie elevate a uomini, animali padroni e animali schiavi. Il modello di società schiavista costruito in Germania dal nazionalsocialismo e previsto per l’Europa sono i temi cardine di questo saggio puntuale ed originale.

5. “La legge del sangue. Pensare e agire da nazisti” di Johann Chapoutot, Einaudi

Il nazismo lavorò con tutte le sue forze per raggiungere il cosiddetto “governo biopolitico”. Chapoutot analizza la società tedesca in tutte le sue sfaccettature per giungere alla conclusione che la legge del sangue si basava sulla conservazione del “sangue tedesco”, su politiche di intervento sulla procreazione per rigenerare la “razza” ariana e regnare sul mondo eliminando gli agenti di contaminazione esterni.

6. “La notte” di Elie Wiesel, Giuntina

«Tre giorni dopo la liberazione di Buchenwald io caddi gravemente ammalato: un’intossicazione. Fui trasferito all’ospedale e passai due settimane fra la vita e la morte. Un giorno riuscii ad alzarmi, dopo aver raccolto tutte le mie forze. Volevo vedermi nello specchio che era appeso al muro di fronte: non mi ero più visto dal ghetto. Dal fondo dello specchio un cadavere mi contemplava. Il suo sguardo nei miei occhi non mi lascia più». Questo uno stralcio del racconto di Elie Wiesel, nato nel 1928 a Sighet in Transilvania e deportato ad Auschwitz e Buchenwald. Premio Nobel per la pace nel 1986. Una biografia nel lager di un uomo diventato A-7713.

7. “Il fumo di Birkenau” di Liana Millu, Giuntina

Scritto immediatamente dopo il suo ritorno da Auschwitz “Il fumo di Birkenau” è fra le più toccanti testimonianze di donne italiane sulla deportazione femminile ad Auschwitz-Birkenau. Sei racconti aventi come filo conduttore la tragica quotidianità femminile, donne in lotta per non soccombere. Ciò che patirono le prigioniere non è nemmeno lontanamente immaginabile e Millu testimonia così al lettore tutto ciò che vide attorno a se, esattamente dentro la pancia di quel mostro che la teneva imprigionata.

8. “Come si diventa nazisti” di William Sheridan Allen, Einaudi

Una tranquilla cittadina di diecimila abitanti dal 1930 al 1935 cambia completamente volto. È questo un saggio fondamentale per capire come la le organizzazioni locali del partito nazista riescano ad espandersi al pari di una malattia e ad infettare intere piccole città della Germania durante gli anni della Repubblica di Weimar e i primi anni del Terzo Reich. Come ben evidenzia nella prefazione l’autore stesso: «il Führer raggiunse la vetta, perché i suoi seguaci avevano avuto successo a livello di base.»

9. “I kapo di Auschwitz” di Charles Liblau, Einaudi

Nel sistema concentrazionario il ruolo avuto dai kapo è centrale. Prigionieri che in cambio di una effimera libertà nel lager divenivano aguzzini peggiori delle SS stesse. Tiranni impietosi, da un lato permettevano alle autorità naziste di non impiegare uomini idonei al servizio militare da mandare al fronte per controllare i lager, dall’altro designando le SS i kapo come simbolo dell’arbitrio, facevano credere al prigioniero medio che erano gli stessi kapo, e non il regime nazionalsocialista, a incarnare l’oppressione.

10. “Gli specialisti della morte. I gruppi scelti delle SS e le origini dello sterminio di massa” di Richard Rhodes, Oscar Storia Mondadori

La brutalità nazista la si può capire sino in fondo analizzando nel libro di Rhodes le stragi, gli eventi delittuosi e le atrocità compiute dai corpi speciali, veri professionisti della morte del Terzo reich: gli Einsatzgruppen. Scelti all’interno delle SS e inviati al seguito dell’esercito regolare da Himmler in persona durante le campagne militari in Europa orientale sono i protagonisti delle peggiori ferocie che degli uomini possono infliggerne ad altri. «Anche il bambino nella culla deve essere schiacciato come un rospo velenoso… Viviamo in un’epoca di ferro, nella quale è necessaria la ramazza di ferro.» parole di Heinrich Himmler nel settembre 1941. Gli Einsatzgruppen uccisero 2.000.000 di uomini, donne e bambini.

Per concludere non vi auguriamo buona lettura, ma vi auguriamo di farvi scuotere, schiaffeggiare, massacrare se necessario, dalla Storia e dalle storie che incontrerete.

Grazie di cuore al Dott. Alessandro Fantin.